“L’Emilia-Romagna è la prima Regione in Italia a dotarsi di uno strumento unitario di programmazione e pianificazione urbanistica, che entro cinque anni porterà al superamento dell’attuale frammentazione basata su Psc, Prg e Rue: il nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), infatti, integrerà e supererà gli attuali strumenti e dovrà essere adottato entro tre anni da tutti i Comuni emiliano-romagnoli. Soprattutto, abbiamo voluto introdurre un cambio di filosofia: si passa dall’urbanistica basata sul possibile consumo di suolo vergine a quella a saldo zero, con tempi certi e più brevi per avviare gli interventi. Abbiamo calcolato che entro il 2020 potranno essere avviati nuovi cantieri per un controvalore di circa 100 milioni di euro”. L’Assessore regionale Raffaele Donini (competente in materia di Programmazione territoriale, Reti infrastrutturali e Trasporti) ha presentato così le novità sulla tutela ed uso del territorio introdotte con la Legge Regionale 24/2017, in apertura del convegno tenutosi oggi presso l’auditorium della Fondazione “Marco Biagi” di Modena.
I Comuni dell’Emilia-Romagna hanno quindi tre anni di tempo per avviare la redazione dei Piani Urbanistici Generali (sostitutivi di Psc e Rue), ed ulteriori due anni per completarli, sostituendo così integralmente gli attuali strumenti urbanistici. Per realizzare tali obiettivi la nuova normativa richiede loro di dotarsi entro tempi brevi e certi di un Ufficio di piano, che coordini e sovraintenda al processo di rinnovamento.
“La nuova legge regionale segna la fine di un’esperienza consolidata, perché cambia il modo di fare pianificazione territoriale. La vecchia legge 20/2000 infatti non era più adeguata ai tempi, essendo figlia di un’epoca in cui vigeva un modello di sviluppo fondato sul consumo di suolo: oggi invece le priorità sono il riuso e la rigenerazione” ha affermato Giovanni Pietro Santangelo (Responsabile Servizio Giuridico del territorio, disciplina dell’edilizia, sicurezza e legalità della Regione Emilia-Romagna), nel corso della sua relazione. “Questa impostazione ha comportato una significativa dispersione insediativa” ha proseguito il dott. Santangelo, “ed era pensata per governare un processo di espansione urbanistica che comunque si è arrestato. La vecchia legge, inoltre, prevedeva processi di pianificazione troppo complessi e di lunga elaborazione. L’Emilia-Romagna ha deciso di dotarsi di una nuova strategia di pianificazione urbanistica, volta ad aumentare l’attrattività e la vivibilità delle nostre città, ed a contenere il consumo di suolo introducendo il principio del consumo a saldo zero”.
(Articolo di Sassuolo2000).